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Leggere Corrente: Casa Museo Boschi di Stefano

 

Il 5 dicembre 2018 la Casa Museo Boschi Di Stefano, in occasione dell’ottantesimo anniversario della fondazione della rivista Corrente,  ha presentato la mostra Leggere Corrente, di cui noi di soluzionimuseali-ims abbiamo realizzato l’allestimento progettato dallo studio dell’architetta Cristiana Vannini (quasi omonima di Cristina Vannini… i casi della vita!)

Alla soglia degli anni Quaranta, Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, sensibili ai valori espressi da Corrente, acquistarono dipinti, grafiche e sculture degli artisti che presero parte, nel 1939, alla prima e alla seconda mostra del movimento.

Le opere esposte, provenienti dai depositi dei musei civici milanesi, rappresentano una selezione significativa, che mira a restituire la complessità di voci e il fronte espressivo ampio e variegato che animò il gruppo.

La mostra, visitabile fino 3 marzo 2019, al  si affianca alle esposizioni 40 anni di cultura a Milano negli archivi della Fondazione Corrente presso Fondazione CorrenteGli anni di Corrente 1938-1978-2018 alla Biblioteca Sormani Corrente 1938 al Museo del Novecento.

 

 

 

Perché è così importante conoscere la storia dell’arte

Negli ultimi mesi si sente spesso parlare di persone che vorrebbero escludere dalle scuole italiane la storia dell’arte. Sono in molti però a lamentarsi. Ma quanti davvero ne sanno di arte? I nostri stagisti dell’IIS Falcone-Righi hanno condotto un’indagine tra le strade di milano…

Perché è così importante conoscere la storia dell’arte?

Per alcuni studiosi di neuroscienza l’educazione artistica migliora l’attenzione e le funzioni cognitive. Questi distinguono due processi del nostro cervello quando raccogliamo informazioni, quella bottom-up, ovvero le funzioni biologiche del nostro cervello che ci permettono di estrarre gli elementi chiave dell’immagine e quella top-down, ovvero l’influenza esercitata dalle funzioni mentali e cognitive come l’attenzione, per il quale il cervello deve impegnarsi in un’elaborazione per risolvere le abiguità del bottom up. L’informazione top-down colloca l’immagine in un contesto psicologico personale, e trasmette quindi significati diversi alle diverse persone.

La creatività elimina la barriera tra il nostro IO conscio e quello inconscio, consentendo loro di comunicare in modo relativamente libero, seppur controllato. Dal momento che l’osservatore sottostà a un’esperienza creativa quando vede un’opera d’arte, chi guarda sperimenta, al pari dell’artista, questa comunicazione controllata con l’inconscio.

Arte e neuroscienze. Le due culture a confronto, Eric Kandel

Dunque conoscere la storia dell’arte è il primo passo per diventare artisti.

Inoltre lo studio della storia dell’arte può servire a capire meglio alcuni aspetti delle altre materie perché permette di osservarli da un punto di vista diverso.
Infine, ci permette di conoscere le nostre origini, allena al senso critico e al libero giudizio.

IL MUSEO BAGATTI-VALSECCHI OSPITA LA MOSTRA DI ORHAN PAMUK

Ventinove misteriose teche provenienti da Istanbul. Una drammatica storia d’amore. Una stupenda ispirazione.
Non stiamo parlando di una nuova serie targata Netflix, ma dell’esposizione in mostra al Museo Bagatti-Valsecchi di Milano: “Amore, Musei e Ispirazione”, che trasporta il Museo dell’Innocenza del premio Nobel Orhan Pamuk da un distretto di antiquariato stambuliota al lussureggiante quartiere meneghino di Via Montenapoleone.
La storia che racconta il Museo dell’Innocenza, vincitore dell’EMYA 2014, non descrive grandi personalità artistiche o importanti vicende storiche, bensì narra la tormentata vicenda d’amore tra Kemal Basmaci, alterego di Pamuk, e la sua amante Füsun.

Come convergere sentimenti, sensazioni e ricordi di un vissuto intimo e personale in una trasposizione fisica e concreta? La soluzione adottata da Pamuk è stata quella di raccogliere oggetti di ogni tipo facendoli diventare parte integrante del racconto.
L’esperimento dà vita a una collezione evocativa e inusuale, che non solo si intreccia con la trama del romanzo ma diventa un modo per esprimere una nuova concezione di museo, il quale, secondo l’autore, dovrebbe essere “un luogo in cui il tempo si trasforma in spazio” per avvicinarsi all’umanità degli individui.

La scelta di ospitare la mostra al Bagatti Valsecchi, museo citato anche nel libro, non è un caso ma rientra nella la filosofia racchiusa nel “Modesto manifesto per i musei” di Pamuk, presentato nell’ultima sala della mostra.
Pamuk si fa portatore di un ideale che vede le enormi potenzialità dei piccoli musei, intesi come rappresentazione profonda della quotidianità e dei sentimenti dei singoli individui attraverso il racconto di storie modeste e intime.

Fino al 24 Giugno 2018 quindi si avrà la possibilità di lasciarsi trascinare nella storia d’amore tra Kemal e Fusun, attraverso un percorso, ideato in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che presenta soluzioni interattive e un’audio-guida personalizzata per la mostra scaricabile gratuitamente dal telefono.

 

Arte e Neuroscienza

<<Ammetto […] di aver affrontato la copertina del libro con l’angoscia di trovarmi di fronte ad un testo incomprensibile di un Premio Nobel, pieno di formule e termini tecnici. Questo timore, però, già alla prima pagina mi ha abbandonato: Kandel, come tutti i veri esperti, si esprime con semplicità, rendendo comprensibili e chiari anche i meccanismi più complessi del nostro cervello.>>

Qui di seguito la recensione fatta dalla Dott.ssa Maria Cristina Vannini al testo di Eric R. Kandel, Arte e Neuroscienze. Le due culture a confronto.

 

 

 

 

Intervista ad Amalia Del Ponte

Come sapete abbiamo avuto il piacere di essere gli allestitori della mostra Onde lunghe e brevissime di Amalia Del Ponte allo Studio Museo Francesco Messina di Milano, a cura di Eleonora Fiorani.

Una mostra di grande impatto emotivo, grazie alle opere e ai video della scultrice milanese che nel 1973 è stata insignita del prestigioso Primo Premio internazionale per la Scultura della Biennale di San Paolo, in Brasile.

 

Come vi avevamo promesso ecco l’intervista all’artista: Del_Ponte_Amalia_SMims_NL42017

Onde lunghe e brevissime – soluzionimuseali-ims per Amalia Del Ponte

Abbiamo avuto il piacere di essere gli allestitori della mostra Onde lunghe e brevissime di Amalia Del Ponte allo Studio Museo Francesco Messina a cura di Eleonora Fiorani.

Una mostra di grande impatto emotivo, grazie alle opere e ai video della scultrice milanese che nel 1973 è stata insignita del prestigioso Primo Premio internazionale per la Scultura della Biennale di San Paolo, in Brasile.

La ricerca di Amalia Del Ponte, allieva di Marino Marini a Brera, è caratterizzata da un profondo interesse scientifico. Poche sono, infatti, le opere figurative dell’Artista che è stata presto attratta dalla ricerca sul rapporto delle forme nello spazio, sulla percezione visiva e, infine, sulla produzione sonora.

Nella mostra allo Studio Museo Francesco Messina, a completamento dell’esposizione che continuerà fino a settembre al Museo del 900 a Milano, sono state esposte tre opere sonore, di Del Ponte: “Aria della freccia”, “Consonanze” e “macina”, i litofoni su cui ha concentrato le sue ricerche fra 1985 e il 1995.

 

Nella prossima newsletter, una intervista all’Artista.