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Giornata Internazionale dei Musei: accessibilità e advocacy

Nella giornata internazionale dei musei, dedicata all’uguaglianza, alla diversità e all’inclusione, ci siamo interrogati su come i musei possano rispondere a questa chiamata e abbiamo provato a parlarne durante l’incontro organizzato dalla Commissione Accessibilità di ICOM Italia.
Potete trovare qui le slide riassuntive dell’intervento.

L’accessibilità, infatti, è la chiave che apre i musei all’inclusione: un’accessibilità dei luoghi, dei contenuti, della condivisione delle storie e delle emozioni nei confronti delle molteplici comunità a cui i musei si possono rivolgere. Bisogna infatti iniziare a parlare al plurale: non è “una” comunità di riferimento ma sono molte comunità, varie, interconnesse e spesso sovrapposte, ognuna portatrice di interessi particolari a cui i musei possono dare risposte, possono approfondire di significato e infine possono dare voce. Sono l’evoluzione delle tribù di Maffessoli [Il tempo delle tribù. Il declino dell’individualismo nelle società postmoderne, Guerini e Associati, 2004].

Accessibilità quindi diventa Advocacy. Ricollegandoci al concetto di Universal Design che l’associazione Designforall ha aiutato a diffondere in Italia anche proprio, inizialmente, insieme alla neonata Commissione Accessibilità, abbiamo voluto intitolare il nostro intervento “Advocacy for all: fare rete, dare accesso, costruire un nuovo futuro”

L’Advocacy nei musei è uno strumento reciproco, come ha insegnato l’AAM oramai 12 anni fa, con cui i musei si fanno rappresentare da testimonial famosi o da gruppi d’interesse ma attraverso i quali i musei danno voce a chi non riesce a farsi sentire. In questi mesi quante sono state le persone che, chiuse nelle loro case, non hanno avuto voce o non hanno trovato chi potesse parlare per loro? 

Temi quali l’omosessualità e di contro l’omofobia, il nuovo femminismo e i femminicidi, la povertà diffusa, l’immigrazione e le forme di nuova schiavitù, le nuove geografie che si sono aperte grazie e a causa della tecnologia, le guerre, le varie forme di disagi fisici e psicologici a cui questo periodo di isolamento ha provocato, sono tutti temi che si possono ritrovare nei musei: nelle storie delle opere, degli autori, dei periodi storici e nell’evoluzione delle civiltà che sono conservate nei musei. 

Se i musei vogliono diventare rilevanti nella vita delle persone e nel contesto sociale, devono imparare ad aprire le loro storie a chi le può comprendere nel profondo, a chi può aggiungere a quelle storie le proprie, in un rimando costante di attualizzazione e di dialogo che non si può fermare all’interno delle mura dei musei ma che deve necessariamente superarle, perché i musei non sono fatti di mura e oggetti ma di persone, relazioni ed idee. 

Questo periodo ci ha insegnato ad andare oltre le distanze e le chiusure: tutti siamo usciti dalle nostre case senza muoverci da esse e abbiamo incontrato il mondo attraverso i nostri device digitali. Abbiamo capito che su alcune prassi e modalità di produrre e pensare non vale la pena tornare indietro: sul senso che abbiamo imparato a dare al tempo, al valore della qualità e dell’esperienza, all’importanza degli affetti e dei sentimenti, al significato di solidarietà e di collaborazione, ma soprattutto alla volontà di non perdere mai l’entusiasmo e la voglia di libertà.

Per rispondere a queste esigenze di senso la risposta dell’Accessibilità e dell’Advocacy richiede che, sia noi professionisti della cultura sia il nostro pubblico, ci ricordiamo di essere un insieme plurale a cui prestare ascolto e di cui prendersi cura, attraverso lo sviluppo di tutte le possibili interconnessioni e le nuove relazioni di prossimità, quasi che l’attività museale sia uno degli strumenti di un nuovo welfare sociale. 

Non possiamo più aspettare e soprattutto non sappiamo più cosa aspettare perché i musei entrino nella costruzione di un nuovo domani: dobbiamo mettere in atto offerte culturali rilevanti, sui veri bisogni delle nostre comunità attraverso il lavoro riconosciuto professionalmente di specialisti; dobbiamo richiedere che il nostro pubblico possa godere dei contenuti museali in presenza o a distanza ma validati da un piano nazionale di strategia digitale che ne garantisca l’elevata qualità e che l’esperienza museale delle nostre comunità venga sostenuta economicamente; dobbiamo lavorare alla creazione di reti integrate sui nostri territori affinché non si riproponga il modello di turismo di massa che ha congestionato e banalizzato il rapporto con i visitatori ma chiediamo che i nostri musei entrino a far parte di una conversione “smart” e “green” più ampia a livello nazionale. 

 

 

 

 

ICOM e la proposta di una nuova definizione di museo

Non si può far passare Settembre senza fare una veloce considerazione sulla Conferenza Generale dell’ICOM che si è svolta a Kyoto all’inizio del mese.
Come tanti sapranno, uno spazio particolare era stato destinato alla votazione della nuova definizione di museo su cui una Commissione apposita aveva lavorato per quasi un anno, raccogliendo suggerimenti e proposte attraverso una piattaforma aperta a tutti i soci ICOM.

A prescindere che in un anno sono state raccolte 250 proposte di definizioni, alcune delle quali espressione di lavori collettivi che i vari Comitati Nazionali o gruppi di lavoro avevano precedentemente sintetizzato, la versione finale proposta per sostituire la definizione attuale non ha accontentato nessuno, richiamandosi a ideali e valori generici, attribuibili a qualsiasi attività che si possa definire culturale, scarsamente caratterizzanti l’identità del museo contemporaneo.

Ma proprio qui si pone la questione. Noi consideriamo i musei organismi viventi, alcuni dormienti, altri moribondi, ma tuttavia organismi con una vita nel presente, la cui identità è un misto fra ciò che ogni singolo museo propone e ciò che viene percepito dai suoi visitatori. É possibile dare una definizione universale a questo fenomeno?
Soprattutto, la molteplicità di tipologie di musei, delle loro collezioni e delle loro attività nei campi della ricerca, della educazione e della socialità, permette di formulare una definizione univoca a cui tutti i musei del mondo dovrebbero attenersi?
Un’altra variabile che rende difficoltoso promuovere una definizione univoca e universale riguarda gli ambienti in cui i vari musei nel mondo si trovano ad operare, le situazioni politiche e culturali da cui sono nati, le condizioni economiche da cui dipendono. Ambienti, non paesaggi, che incidono pesantemente sulla vita, e sulla identità di un museo.

I modelli sono importanti per stimolare emulazione, miglioramento, anche una sorta di competitività creativa, ma forse ICOM potrebbe supportare i musei a trovare una propria definizione più che a fornirne una, che rischia di divenire vincolante: troppo spesso, nelle missioni dei musei italiani – e
non solo – viene riportata più o meno pedissequamente l’attuale definizione di museo a prescindere dalla propria identità e contesto.

Auguriamoci quindi che il tempo che è stato concesso per trovare una più condivisa sintesi, sia anche un periodo di riflessione di ogni museo su cos’è e cosa vuole essere.

Nel frattempo, noi di soluzionimuseali-ims abbiamo raccolto alcune definizioni:

E voi, cosa ne pensate?

Notizie da ricordare #3 – 2019

Verso una nuova definizione di museo

VERSO UNA NUOVA DEFINIZIONE DI MUSEO

È ancora attuale la definizione di museo riportata nello statuto ICOM del 2007?

Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto.

La normativa italiana (D.M. MIBAC 23 dicembre 2014  Organizzazione e funzionamento dei musei statali  all’art.1) la riprende in versione integrale aggiungendo alcune specificazioni finali: “promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica”. Moltissimi musei italiani la adottano, quasi integralmente, nella definizione della propria missione. 

Tuttavia, i cambiamenti dell’ultimo decennio hanno portato ad allargare i confini del museo e della sua identità.

In seguito, alla Conferenza Generale ICOM 2016 a Milano, è stato nominato un nuovo Standing Committee per studiare e modificare la definizione di Museo.

Quest’anno, ICOM ha lanciato una call aperta a tutti per partecipare alla creazione di una nuova e aggiornata definizione che verrà presentata durante la General Conference di ICOM a Kyoto. L’iniziativa sembra aver riscosso successo, segnalando un processo decisionale partecipato efficace in grado di cogliere le differenti prospettive esistenti sul tema. Oltre 250 proposte sono state inviate da ogni parte del mondo: potete leggerle tutte qui.

In questa particolare occasione non possiamo che ricordare il Manifesto proposto dal Simposio Internazionale Museology and Values, che si è svolto nel settembre 2018 a Firenze, ideato dall’Opera di Santa Maria del Fiore in collaborazione con soluzionimuseali-ims.

Nell’attesa di scoprire quale sia oggi a livello istituzionale il nuovo significato del concetto di “museo”,  vi lasciamo riflettere sul lascito di questa grande conferenza, che incita il museo ad essere più vicino all’essere umano e alla sua dignità.
Di seguito potete trovare il Mission Statement redatto da alcuni dei direttori dei più grandi musei del mondo: MANIFESTO MUSEOLOGY&VALUES.

Looking inside the “Cabinet” twenty-one years after – S.E. Weil ICOM MEMORIAL LECTURES 2016

Fra qualche mese si rinnoverà l’incontro internazionale dei professionisti museali nella 25° conferenza generale di ICOM a Kyoto. Fra le varie sessioni, le memorial lectures rivestono un interesse particolare e, dal mio punto di vista personale, quella che riguarda Stephen E. Weil assume una notevole importanza per la lungimiranza del suo pensiero e l’acutezza delle sue analisi.Durante la conferenza generale che si svolse a Milano nel 2016, ho cercato di mettere in nuce quanto del pensiero di Weil sia ancora attuale e possa ancora aiutarci nel nostro lavoro. Qui per voi la lettura del testo.

 

 

NOTIZIE DA RICORDARE – #2-2018

 

Notizie da ricordare #5-2017

Giornata mondiale del Patrimonio Audiovisivo 2017, “Scopri, ricorda e condividi“;

Horizon 2020 Programma di lavoro per il 2018-2020;

– 23/26 Marzo, Interpret Europe organizza una Conferenza su Patrimonio e Identità – Call for paperS;

-27/29 settembre 2017 a Lucca, il programma Cultural Routes del Consiglio d’Europa celebrerà il suo 30° anniversario;

European Culture Forum 2017;

–  Creative Lenses ha lanciato un sondaggio sui modelli di business e nelle organizzazioni d’arte e culturali;

Congratulazioni al Museo Internazionale delle Marionette “Antonio Pasqualino” di Palermo per aver vinto il 28th Premio ICOM Italia Museo dell’Anno 2017.

Notizie da ricordare #2-2016

 

Dal 3 al 9 Luglio, a Milano, si è svolta con grande successo la 24° Conferenza Generale dell’ICOM . Complimenti ad Alberto Garlandini, eletto Vice Presidente di International Council of Museums per il triennio 2016-2019.

Dalla proposta di M. Cristina Vannini componente del Board dell’ICOFOM – Comitato Internazionale della Museologia dell’ICOM, ICOM Italia ha pubblicato la traduzione dei Concetti chiave della museologia, a cura di M. C. Vannini e di Daniele Jalla. Potete scaricare qui la versione in pdf e partecipare alla discussione aperta nel gruppo Linkedin https://www.linkedin.com/groups/8555479

Dopo 20 anni torna la grande esposizione internazionale della Triennale di Milano, fino al 12 settembre. Non perdete le attività! 

 

Sono usciti gli atti del worshop ICOM/EMF: “Regional Museums As Generators of Development”

Baksi_ICOM_Workshop
Dal 23 al 26 Luglio 2015 si è tenuto al Museo Baksi, in Turchia un workshop promosso da ICOM e da European Museum Forum sul tema dei musei regionali come generatori di sviluppo. Il tema è stato trattato da relatori internazionali e sotto molteplici punti di vista: modelli economici e gestionali, distretti culturali, impatto sociale e culturale.

Chi fosse interessato a riceverlo, può contattare il Museo Baksi, già vincitore del Premio del Consiglio d’Europa nel 2014, all’indirizzo email: baksiksv@yahoo.com.tr

Un estratto degli atti, presto in pdf nella nostra sezione insight.