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La comunicazione visiva del patrimonio culturale: videogame e video animazioni

La comunicazione visiva anche nella forma di videogiochi e di video animazioni sta prendendo sempre più piede nella comunicazione e valorizzazione dei Beni Culturali, dimostrando una forte capacità di attrazione verso i pubblici generalmente più difficili da raggiungere e coinvolgere.

soluzionimuseali-ims, già nel 2015, aveva intrapreso questo cammino realizzando il progetto di mostra online Milano città immaginata perr il CASVA del Comune di Milano, proponendo una forma comunicativa alternativa che riuscisse a raccontare in modo unitario i tanti progetti trattati in mostra.

A livello nazionale e internazionale, continuano a susseguirsi esempi di musei che sviluppano nuove forme di comunicazione basate sul gaming, come il videogioco realizzato dal British Museum, denominato “Time Explorer“, rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 9 ed i 14 anni, oppure “Father and Son – The game” del MAN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il primo videogioco al mondo sviluppato da un museo archeologico. Senza dimenticare poi il ruolo di  VIGAMUS, Il Museo del Videogioco di Roma e primo museo italiano interamente dedicato al Videogioco.

Questi strumenti infatti sono in gradi di  creare un contesto di apprendimento informale che intercetta l’interesse dei più giovani (e non solo) e li indurli a creare un nuovo e diverso rapporto con il mondo dei musei. Nuovo, perché un videogioco museale può svilupparsi anche al di fuori del perimetro fisico del museo e rappresentare anzi lo stimolo per la successiva realizzazione della visita reale delle sue collezioni, in una ottica – dunque – di audience development.

Inoltre, sempre più spesso il mondo legato ai Beni Culturali diventa virale sul web, grazie anche alle esercitazioni di studenti come quelli del Ringling College of Art and Design che hanno realizzato un cortometraggio animato dal titolo “None of That, a night at the Museum of Art“, poi vincitore di numerosissimi premi e riconoscimenti, che ci fa capire come in fondo parlando di musei ci si possa anche divertire.

Notizie da ricordare #3-2017

 

Voices of Culture – un canale di dialogo fra la Commissione Europea e il settore culturale

Voices4Eu

      • Dal 2015 la Commissione Europea ha istituito un canale di dialogo con le istituzioni e i professionisti che si occupano di cultura.
      • I primi temi oggetto di analisi sono stati relativi a:

‘Audience Development via Digital Means’

      •  e

‘Participatory Governance of Cultural Heritage’

      • .
      • Nei prossimi mesi, invece, sono stati convicati gruppi di discussione creativa sui temi

“Developing The Entrepreneurial And Innovation Potential Of The Cultural And Creative Sectors”

      •  e

“Promoting Intercultural Dialogue And Bringing Communities Together Through Culture In Shared Public Spaces”

      •  , temi selezionati in accordo al

Work Plan (WP) for Culture 2015-2018

    • : “Accessible and inclusive culture; Cultural heritage; Cultural and creative sectors: creative economy and innovation; and Promotion of cultural diversity, culture in EU external relations and mobility.”
    • Informazioni e un resoconto dei prossimi incontri nella prossima newsletter.

 

Quale ruolo per le istituzioni culturali nel lungo periodo?

Nelle ultime settimane sono uscite due pubblicazioni molto utili per capire quale ruolo possono giocare le istituzioni culturali nel medio e lungo periodo.

 

Role_Cultural_Institutions_EU

A Gennaio è stato pubblicato lo studio voluto dalla Commissione Cultura ed Educazione del Parlamento Europeo, dal titolo RESEARCH FOR CULT COMMITTEE -EUROPEAN CULTURAL INSTITUTES ABROAD. Focalizzato sugli Istituti Culturali che i vari Paesi membri dell’Unione hanno all’estero, lo studio analizza in che modo questi istituti possono contribuire a diffondere e promuovere i valori europei fondamentali e a migliorare il dialogo interculturale. Correlato da un set di raccomandazioni sulle politiche culturali e di linee guida operative, propone modelli di cooperazione, di incentivi e di accesso ai finanziamenti europei. Oltre ad una ricca bibliografia e ad un corredo di schede di metodo.

 

ey-distribucion-por-zonas-geograficas-de-la-industria-cultural-y-creativaA questo studio specifico sugli istituti di Cultura, si affianca il report pubblicato dall’UNESCO insieme alla società ERNS&YOUNG finalizzato ad analizzare i mercati culturali e creativi nel mondo che producono circa 2.250 miliardi di dollari e quasi 30 milioni di posti di lavoro. La lettura di questo documento: CULTURAL TIMES. THE FIRST GLOBAL MAP OF CULTURAL AND CREATIVE INDUSTRIES. può aiutare a fornire una visione a medio e lungo termine per affrontare politiche di sostegno a questo settore anche in Italia, dove è necessario accelerare il processo di creazione di modelli di produzione economica legati alla cultura e di relativi posti di lavoro.

Entrambi i testi, possono essere ricollegati all’interessante pubblicazione, sempre ad opera della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, datata 2014 sul ruolo dell’arte pubblica per la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale (THE ROLE OF PUBLIC ARTS AND CULTURAL INSTITUTIONS IN THE PROMOTION OF CULTURAL DIVERSITY AND INTERCULTURAL DIALOGUE) che riprende ed amplifica i contenuti della basilare CONVENZIONE DI FARO (The Framework Convention on the Value of Cultural Heritage for Society) adottata dagli stati membri del Consiglio d’Europa nel 2005, non ancora ratificata dall’Italia.