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IL MUSEO BAGATTI-VALSECCHI OSPITA LA MOSTRA DI ORHAN PAMUK

Ventinove misteriose teche provenienti da Istanbul. Una drammatica storia d’amore. Una stupenda ispirazione.
Non stiamo parlando di una nuova serie targata Netflix, ma dell’esposizione in mostra al Museo Bagatti-Valsecchi di Milano: “Amore, Musei e Ispirazione”, che trasporta il Museo dell’Innocenza del premio Nobel Orhan Pamuk da un distretto di antiquariato stambuliota al lussureggiante quartiere meneghino di Via Montenapoleone.
La storia che racconta il Museo dell’Innocenza, vincitore dell’EMYA 2014, non descrive grandi personalità artistiche o importanti vicende storiche, bensì narra la tormentata vicenda d’amore tra Kemal Basmaci, alterego di Pamuk, e la sua amante Füsun.

Come convergere sentimenti, sensazioni e ricordi di un vissuto intimo e personale in una trasposizione fisica e concreta? La soluzione adottata da Pamuk è stata quella di raccogliere oggetti di ogni tipo facendoli diventare parte integrante del racconto.
L’esperimento dà vita a una collezione evocativa e inusuale, che non solo si intreccia con la trama del romanzo ma diventa un modo per esprimere una nuova concezione di museo, il quale, secondo l’autore, dovrebbe essere “un luogo in cui il tempo si trasforma in spazio” per avvicinarsi all’umanità degli individui.

La scelta di ospitare la mostra al Bagatti Valsecchi, museo citato anche nel libro, non è un caso ma rientra nella la filosofia racchiusa nel “Modesto manifesto per i musei” di Pamuk, presentato nell’ultima sala della mostra.
Pamuk si fa portatore di un ideale che vede le enormi potenzialità dei piccoli musei, intesi come rappresentazione profonda della quotidianità e dei sentimenti dei singoli individui attraverso il racconto di storie modeste e intime.

Fino al 24 Giugno 2018 quindi si avrà la possibilità di lasciarsi trascinare nella storia d’amore tra Kemal e Fusun, attraverso un percorso, ideato in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che presenta soluzioni interattive e un’audio-guida personalizzata per la mostra scaricabile gratuitamente dal telefono.

 

La comunicazione visiva del patrimonio culturale: videogame e video animazioni

La comunicazione visiva anche nella forma di videogiochi e di video animazioni sta prendendo sempre più piede nella comunicazione e valorizzazione dei Beni Culturali, dimostrando una forte capacità di attrazione verso i pubblici generalmente più difficili da raggiungere e coinvolgere.

soluzionimuseali-ims, già nel 2015, aveva intrapreso questo cammino realizzando il progetto di mostra online Milano città immaginata perr il CASVA del Comune di Milano, proponendo una forma comunicativa alternativa che riuscisse a raccontare in modo unitario i tanti progetti trattati in mostra.

A livello nazionale e internazionale, continuano a susseguirsi esempi di musei che sviluppano nuove forme di comunicazione basate sul gaming, come il videogioco realizzato dal British Museum, denominato “Time Explorer“, rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 9 ed i 14 anni, oppure “Father and Son – The game” del MAN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il primo videogioco al mondo sviluppato da un museo archeologico. Senza dimenticare poi il ruolo di  VIGAMUS, Il Museo del Videogioco di Roma e primo museo italiano interamente dedicato al Videogioco.

Questi strumenti infatti sono in gradi di  creare un contesto di apprendimento informale che intercetta l’interesse dei più giovani (e non solo) e li indurli a creare un nuovo e diverso rapporto con il mondo dei musei. Nuovo, perché un videogioco museale può svilupparsi anche al di fuori del perimetro fisico del museo e rappresentare anzi lo stimolo per la successiva realizzazione della visita reale delle sue collezioni, in una ottica – dunque – di audience development.

Inoltre, sempre più spesso il mondo legato ai Beni Culturali diventa virale sul web, grazie anche alle esercitazioni di studenti come quelli del Ringling College of Art and Design che hanno realizzato un cortometraggio animato dal titolo “None of That, a night at the Museum of Art“, poi vincitore di numerosissimi premi e riconoscimenti, che ci fa capire come in fondo parlando di musei ci si possa anche divertire.

Digital transformation e Virtual museums. Il nuovo mondo è già qui.

soluzionimuseali-ims ha contribuito alla partecipazione di Nancy ProctorMeet the Media Guru.

L’incontro si è tenuto a Milano lo scorso 17 Maggio ed è stata l’occasione di affrontare il tema della digital transformation di musei e beni culturali.

L’idea di Proctor, che noi di soluzionimuseali-ims condividiamo in pieno è che la digital transformation possa aprire le porte a nuovi modi di fare cultura e di essere museo. Senza snaturare la mission di conservazione e recupero per cui i poli espositivi sono nati, è infatti ormai essenziale allineare la loro azione di comunicazione e di esposizione ai linguaggi creativi più attuali.

Qui puoi rivedere la videolecture.

A tal proposito, vorremmo proporvi l’interessante caso del progetto “A Voz da Arte“, sviluppato presso dalla Pinacoteca di São Paulo, che ha reso la visita al museo un’esperienza decisamente interattiva. Attraverso la piattaforma d’intelligenza artificiale IBM Watson, creata da IBM Brazil, è stata infatti data “voce” a sette opere d’arte, grazie ad una applicazione in grado di rispondere a qualsiasi domanda posta dai visitatori.

 

Il futuro è nelle chatbot? Avete provato quelle del circuito delle case museo di Milano?

 


E infine, Vannini è stata coinvolta in ViMM, progetto europeo guidato dalla Cyprus University of Technology, riguardante i Virtual Museum. Siamo in grado di definire esattamente cosa sia un Virtual Museum? possiamo dare una definizione univoca? Finora è stata redatta una voce WIKI sull’argomento: https://en.wikipedia.org/wiki/Virtual_museum

Cos’è per voi un Museo Virtuale? se volete contribuire alla definizione, potete a scriverci attraverso il nostro sito web la vostra definizione!

 

La nostra mostra online per un archivio di archivi di architetti: il CASVA di Milano

http://www.milanocittàimmaginata.it/video

Dal 16 Ottobre per 6 mesi, sarà on-line la mostra: Milanocittàimmaginata.it – 10 progetti dagli archivi CASVA. Il CASVA, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, accoglie una ricchissima collezione di documenti appartenenti alla cultura della progettazione, del design e della grafica provenienti dagli archivi di architetti e designer milanesi. E’ un piccolo tesoro milanese, poco conosciuto, ma che racchiude grandi tesori per ricostruire la storia della progettazione milanese.

Il progetto della mostra on-line, di cui soluzionimuseali-ims è coproduttore insieme al CASVA, vuole portare a conoscenza di un ampio pubblico l’esistenza del CASVA e dei suoi archivi, e dimostrare che i documenti d’archivio relativi a progetti urbanistici ed architettonici possono raccontare storie interessanti anche ad un pubblico non specialistico.

Il percorso museologico – lo sviluppo narrativo della mostra online – permette l’esplorazione personalizzata dei contenuti da più punti di approccio e un approfondimento multilivello in un ambiente, e con un linguaggio, fresco, veloce e piacevole.

Il processo di visita è pensato per attirare il “visitatore potenziale” fin dalla visione dei manifesti della mostra affissi per la città, fornendogli l’accesso attraverso QRCode e video animato.