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Il fundraising culturale

Innovazione e competitività per le realtà culturali

AUTORE
M. Cristina Vannini
M. Cristina Vannini
PUBBLICATO IL
22/04/2020

Risulta sempre più importante parlare di fundraising culturale, ma quali sono le nuove prospettive?

Il fatto che il settore culturale sia caratterizzato da una cronica mancanza di fondi non è una novità nel panorama italiano. Ma come può un museo affrontare e soddisfare la domanda culturale quando i fondi che ha a disposizione sono sempre più scarsi? Soprattutto come potranno fare raccolta fondi dopo questa chiusura forzata che ha interrotto i flussi di cassa dei musei e che ridurrà di molto gli introiti da bigliettazione? Molti musei puntavano sulla raccolta fondi, ma d’ora in poi quali saranno le prospettive del fundraising culturale? Un dato che risulta chiaro è che, molto più di prima si dovrà mirare al coinvolgimento di tutti i livelli della società: enti pubblici, associazioni, mondo corporate ma soprattutto soggetti privati, che dovranno essere coinvolti e responsabilizzati nel sostegno alla cultura e al patrimonio museale.

Resta fondamentale la figura del fundraiser, figura professionale trasversale con un forte background culturale con spiccate capacità relazionali. Dovendosi interfacciare con vari interlocutori è necessario che segua tutti i passaggi del progetto. Spesso il miglior fundraiser è il direttore del museo, che conosce approfonditamente il “prodotto” di cui è fortemente convinto e riguardo al quale può essere proficuamente convincente. Tuttavia, un bravo fundraiser deve possedere consapevolezza economica e conoscere il più possibile tutti i settori merceologici per identificare quali possano essere gli interessi dei suoi interlocutori. Questo è il motivo per cui alcuni musei si indirizzano a fundraiser specializzati che sappiano progettare una strategia a lungo termine che anticipi e accompagni la creazione di nuovi progetti.

Gli strumenti tradizionali a disposizione del fundraiser, sono diversi: il c.d. Artbonus, che introduce un’importante agevolazione fiscale a favore del mecenatismo culturale; le erogazioni liberali in denaro che possono costituire fiscalmente, a secondo della tipologia del soggetto erogatore, oneri deducibili dal reddito (imprese) o oneri detraibili dall’imposta sul reddito (persone fisiche e enti non commerciali); il rapporto con le fondazioni bancarie che, nel panorama italiano, sono il soggetto non-profit, privato e autonomo di maggior peso per quanto riguarda il sostegno all’arte e alla cultura.

Tra gli strumenti che massimizzano gli effetti del fundraising culturale, un posto di merito spetta alle sponsorizzazioni e alle partnership.

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Qui, un contratto bilaterale a prestazioni corrispettive obbliga lo Sponsor, cioè l’impresa, a una prestazione pecuniaria o ad assumere in proprio la realizzazione di lavori, servizi o forniture a favore dello sponsee e lo Sponsee, il soggetto (in questo caso i musei) beneficiario del supporto, a fornire prestazioni pubblicitarie.

Ciò che fa la differenza per l’affidamento del contratto di sponsorizzazione per musei di Enti Pubblici è la somma erogata. Infatti, sotto la soglia dei 40.000 € la Pubblica Amministrazione non deve far fronte a nessuna formalità per la scelta dello sponsor.

Questi soggetti possono optare per vari tipi di contratti di sponsorizzazione:

  • sponsorizzazione pura che vede lo sponsor come mero erogatore finanziario, mentre gli interventi sono portati avanti da altri soggetti;
  • sponsorizzazione tecnica che prevede che lo sponsor, a sue spese, si occupi direttamente della progettazione e realizzazione degli interventi richiesti, in forma di lavori, servizi o forniture;
  • sponsorizzazione mista, cioè una combinazione tra le precedenti in cui lo sponsor può, ad esempio, curare la sola progettazione ed erogare il finanziamento per le lavorazioni previste.

Attraverso le sponsorizzazioni e le partnership, i musei potranno coinvolgere e condividere know how con le realtà produttive del Paese consentirà anche di creare un territorio ibrido di confronto e di crescita.

In questo panorama dinamico e sempre aperto a nuove possibilità, i musei devono mostrarsi innovativi, aperti al dialogo, ma ancor più devono essere capaci di sfruttare il loro grande potenziale comunicativo per risultare più attrattivi. La creazione di contenuti è alla base dell’economia del XXI secolo. Il mondo della cultura può essere un ottimo alleato per le aziende italiane, anche in momenti di crisi e difficoltà, come quello che il Paese sta vivendo. Basti pensare alla moltitudine di iniziative online dei grandi e piccoli musei che potrebbero essere sponsorizzate da aziende private per sostenerne i costi e la produzione.

Il timore che i “benefattori”, soprattutto se investitori di ingenti somme, chiedano una un trattamento di favore all’interno della progettazione culturale è superato dalla fiducia che il pubblico ripone nella metodologia museale e sarebbe una mancanza di fiducia, quindi un fallimento, proporre un contenuto non coerente con la missione del museo.

In Italia, è stato stimato che il fundraising incide per l’11% sul bilancio delle Fondazioni culturali mentre solo per il 3% per i musei autonomi (14° rapporto Federculture).

Ancora minore è stato finora l’impatto del crowdfunding rispetto al fundraising culturale nei bilanci dei musei anche per l’impegno forse ancora più stringente che questa attività richiede. Infatti, se la raccolta fondi nei confronti del mondo corporate ha delle criticità, le campagne di crowdfunding richiedono conoscenza del proprio pubblico e del pubblico potenziale, la creazione di comunità, una buona dose di attivismo a livello on e off-line, l’ideazione di ricompense e, soprattutto, dopo la fidelizzazione dei partecipanti. Tuttavia, sempre di più la responsabilità dei singoli dovrà essere chiamata in causa per il mantenimento del nostro patrimonio culturale e sempre di più i musei e i consulenti museali saranno chiamati a seguire “pensieri laterali”, fuori dall’ordinario per trovare soluzioni alla cronica mancanza di finanziamenti ai musei.

E VOI? COME VI COMPORTATE NEI CONFRONTI DEL FUND-RAISING? QUAL È IL VOSTRO ATTEGGIAMENTO?

Noi siamo pronti a darvi una mano e nei prossimi articoli approfondiremo l’utilizzo dei vari strumenti.

Articolo scritto in collaborazione con Alice Celeste