La riscossa delle imprese creative

27/03/2025
Editoriale
A ottobre dell’anno scorso, il Ministero della Cultura ha finalmente iniziato a disciplinare le modalità di riconoscimento per le Imprese Culturali e Creative (Decreto 402 del 28 Ottobre 2024 https://cultura.gov.it/comunicato/27167).
Il Decreto è stato approfonditamente discusso e analizzato e, in generale, si può affermare di essere sulla strada giusta: con questa norma si sta iniziando a fornire una visione della volontà di sviluppo di questo settore, variegato e composito.
Come molti esperti hanno fatto notare, oltre a ciò che il Decreto non risolve, cioè la necessità di aggiornare i codici ATECO e di riconoscere e sviluppare i rapporti pubblico-privati, è positivo che questa norma preveda l’istituzione di un fondo di 3 milioni di euro per contributi in conto capitale alle ICC. Una dotazione non sufficiente, ma benvenuta come primo passo verso uno sviluppo armonico di questo settore.
Certo, sarebbe auspicabile che il Ministero sostenesse anche l’infrastrutturazione delle aree in cui le ICC si localizzano e operano. Agli inizi del 2000 e soprattutto dal 2007 – con l'Agenda Europea per la Cultura (https://culture.ec.europa.eu/it/policies/strategic-framework-for-the-eus-cultural-policy) diversi hub di coworking o di collettivi creativi furono sostenuti dalla Commissione Europea che riconosceva le ICC quali settori strategici. In quel periodo si è assistito in tutta Europa alla nascita di numerosi centri o poli culturali e creativi che hanno portato anche a operazioni di riqualificazione di aree industriali o abbandonate da parte di enti singoli o in gruppo, con varie finalità.
Considerando già solo spazi ICC a Milano, possiamo citare:
- WeMake, nel quartiere Dergano, dove la coprogettazione di soluzioni che riflettano gli interessi della cittadinanza è praticata nell’ambito della tecnologia digitale - dall’internet of things fino alla robotica;
- THE FLAT by Macan, non lontano da Porta Garibaldi, in cui scoprire eventi museali immersivi, conferenze, un ristorante stellato e shooting fotografici;
- Centro Culturale di Milano, tra Duomo e Piazza San Babila, che rinnova l’essenza delle sottostanti terme romane offrendo mostre, seminari, incontri con artisti e scrittori;
- Cascina Nascosta, a Parco Sempione, che in quanto luogo polifunzionale organizza spettacoli, club letterari, attività di giardinaggio e mercatini con prodotti agricoli e artigianali;
- DIMORECENTRALE, vicino all’omonima Stazione, che dedica la propria vasta superficie a esposizioni di design industriale e performance;
- IF Creative Hub, in zona Vigentino, dove è possibile ricevere informazioni su piante da casa e consigli di arredamento, in uno stile dichiaratamente pop e mai didascalico;
- Base Milano, nel quartiere Solari, che attraverso il progetto DESIRESIDE indaga il reciproco scambio tra residenze di artisti, istituzioni culturali e comunità locale, alla quale ha dedicato lo spazio gratuito di una Yes Room;
- LABZEROSEI, a Parco Trotter, che si propone come palinsesto culturale per trasmettere la bellezza di attività creative ai più piccoli, supportando la propria offerta con i risultati di ricerche condotte insieme alle Università Bicocca e Cattolica;
- inEDI, in Chinatown, dove il coworking diviene occasione di incontro e condivisione di lavoro, attività fisica e ricreazione;
- FANTASTUDIO, in zona Stadera, che si definisce uno spazio “sicuro, aperto e condiviso” in cui partecipare a laboratori creativi di crescita personale (sulla fotografia, ad esempio, ma anche moda e ingegno femminile);
- JoyHub, nel quartiere Forlanini, dove è possibile ospitare eventi in presenza e streaming, spettacoli luminosi, attività di team building e persino corsi di cucina.
Una menzione a parte merita La Fabbrica del Vapore, in Chinatown. Affermatasi per le residenze d’artista del 2023 e gli ampi ambienti espositivi, l’antica Fabbrica Carminati Toselli & C. (attiva nel settore metalmeccanico fra il 1899 e il 1935) ospita associazioni e cooperative sociali che operano nei settori delle nuove tecnologie, delle arti e dell’inclusione educativa all’interno dello spazio. La costituzione, o il riconoscimento, di questo hub come Impresa Culturale e Creativa dedicata al supporto e all’incubazione di imprese, sarebbe un grande riconoscimento dell’impegno del Comune di Milano nella valorizzazione dei suoi beni storici.
Come valorizzare un sito di valore storico?
Come valorizzare un sito di valore storico?
- Sviluppo del logo, per rafforzare l’identità e la visibilità del progetto all’interno del territorio.
- Definizione dell’immagine coordinata, in linea con l’identità del sito, per una comunicazione visiva coerente e riconoscibile.
- Studio di fattibilità, per mappare e analizzare criticità, esigenze e opportunità di miglioramento.
- Progettazione delle soluzioni necessarie per garantire un orientamento chiaro e un’esperienza accessibile e inclusiva per tutti.